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23
apr
2016

Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze

23 aprile 2016 - 25 aprile 2016 (Salva sul calendario)

Sabato 23 aprile

Ore 09.30-17.30
Piazza della Misericordia
Arrivo in Piazza San Pietro per le confessioni
Passaggio della Porta Santa e professione di fede sulla Tomba di Pietro.

A seguire
Trasferimento da piazza San Pietro allo Stadio Olimpico


Ore 17:30 ingresso allo Stadio Olimpico

Ore 19:00 Inizio animazione con Gigi Cotichella

Ore 20:30 Festa e Testimonianze

In diretta su TV2000, Radio in Blu e in Streaming

Presenta: Simone Annichiarico

Ospiti: Arisa, Francesca Michielin, Debora Iurato, Giovanni Caccamo, Andrea D'Alessio, Shari, Dear Jack, Fuoricontrollo e Lorenzo Fragola

 

Domenica 24 aprile (V Domenica di Pasqua)

Ore 10.30
Celebrazione della Santa Messa presieduta da Papa Francesco in Piazz San Pietro

Ore 15.00-18.00
Continua il pellegrinaggio alla Porta Santa
per quanti si sono iscritti per il giorno di domenica

 

Lunedì 25 aprile (Festa nazionale in Italia)

Tutto il giorno

Tende della Misericordia e Pellegrinaggio alla Porta Santa

(Piazza S. Silvestro, Piazza di Spagna, Piazza S. Salvatore in Lauro, Piazza S. Maria in Trastevere, Piazza di S. Maria in Vallicella - Chiesa Nuova, Piazza Pia a Castel Sant’Angelo e la zona della Terrazza del Pincio).

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I quattro momenti del Giubileo dei Ragazzi

Giubileo Ragazzi

Il Giubileo dei ragazzi è stato strutturato in quattro momenti.

IL PELLEGRINAGGIO ALLA PORTA SANTA

Il pellegrinaggio ha inizio con la preparazione al Sacramento della Riconciliazione, che potrà avvenire presso le tre chiese giubilari (San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella e San Giovanni dei Fiorentini) nella mattina di sabato 23 aprile. Ogni gruppo è libero di organizzare la propria preparazione alla confessione, eventualmente anche svolgendola nel corso del viaggio fino a Roma.

Raggiunto Castel Sant'Angelo (attraversando Ponte Sant’Angelo o Ponte Duca D’Aosta per chi proviene dalle Cheise giubilari), si inizierà il percorso riservato dei pellegrini, che percorre tutta Via della Conciliazione fino a Piazza San Pietro.

Qui, all'interno del Colonnato saranno presenti numerosi confessionali, dove i sacerdoti ascolteranno le confessioni dei ragazzi (in diverse lingue).

Terminata la confessione, i ragazzi potranno finalmente passare attraverso la Porta Santa. Seguendo il percorso all’interno della Basilica, si arriva alla Tomba di Pietro per la professione di fede e le altre preghiere per l'indulgenza giubilare.

Attenzione! Per l'intera giornata di sabato 23 aprile, l’accesso al percorso dei pellegrini sarà consentito solamente a coloro che mostreranno il pass presente nel kit del pellegrino.

 

LA FESTA DEI RAGAZZI

Sabato 23 aprile, coloro che avranno concluso il percorso giubilare, potranno raggiungere lo Stadio Olimpico per la festa dei ragazzi. Il tempo stimato per raggiungere lo stadio a piedi da San Pietro con un gruppo di ragazzi è di circa 2 ore. Lungo il tragitto verranno allestiti stand per la consegna del Pocket Dinner a coloro che ne avranno fatto richiesta seguendo le indicazioni inserite sul sito per l'iscirizione all'evento (vedi i collegamenti a destra di questa pagina). La festa terminerà intorno alle 22.00.

 

LA SANTA MESSA CON PAPA FRANCESCO IN PIAZZA SAN PIETRO

La mattina di domenica 24 aprile, alle ore 10.30, è prevista la Santa Messa con Papa Francesco. A seconda del numero di pellegrini iscritti e presenti in Piazza, verrà stabilità una eventuale area riservata ai ragazzi partecipanti a questo Giubileo.

 

LE TENDE DELLA MISERICORDIA

Sette piazze nel centro storico di Roma ospiteranno sette tende che racconteranno ai pellegrini e ai cittadini di Roma, e del mondo, alcune testimonianze sulle opere di misericordia spirituale e corporale.  Visto il programma intenso delle giornate, sarà possibile girare il centro di Roma e visitare le tende sia il sabato stesso (la mattina o subito dopo il passaggio alla Porta Santa, prima di dirigersi allo Stadio Olimpico per la festa) oppure la domenica pomeriggio dopo la messa. Infine, per chi resterà ancora Roma sfruttando la giornata di festa, le tende potranno essere visitate ancora durante la giornata di lunedì 25 aprile.

 

SUSSIDI per la preparazione al Pellerginaggio

Sul sito dedicato al Giubileo dei Ragazzi sono disponibili dei sussidi per la preparazione a questo evento. Si tratta di cinque schede contenenti proposte per incontri in preparazione al pellerginaggio dei ragazzi adolescenti in questo Anno Santo.

 

Accoglienza a Roma

Il Servizio per la Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma ed il Centro Oratori Romani stanno organizzando l’accoglienza nelle Parrocchie, negli Istituti Religiosi, nelle Scuole Cattoliche e in altre strutture che danno la propria disponibilità ad ospitare i ragazzi che per partecipare all’evento sceglieranno l'alloggio a terra nello stile delle GMG.

Tutti coloro (parrocchie, scuole, istituti) che a Roma vogliono accogliere un gruppo, possono segnalare la propria disponibilità a questo indirizzo email:

accoglienzagiubileoadolescenti@vicariatusurbis.org

 

 

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
Domenica, 24 aprile 2016

 

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).

Cari ragazzi e ragazze, che grande responsabilità ci affida oggi il Signore! Ci dice che la gente riconoscerà i discepoli di Gesù da come si amano tra di loro. L’amore, in altre parole, è la carta d’identità del cristiano, è l’unico “documento” valido per essere riconosciuti discepoli di Gesù. L’unico documento valido. Se questo documento scade e non si rinnova continuamente, non siamo più testimoni del Maestro. Allora vi chiedo: volete accogliere l’invito di Gesù a essere suoi discepoli? Volete essere suoi amici fedeli? Il vero amico di Gesù si distingue essenzialmente per l’amore concreto; non l’amore “nelle nuvole”, no, l’amore concreto che risplende nella sua vita. L’amore è sempre concreto. Chi non è concreto e parla dell’amore fa una telenovela, un teleromanzo. Volete vivere questo amore che Lui ci dona? Volete o non volete? Cerchiamo allora di metterci alla sua scuola, che è una scuola di vita per imparare ad amare. E questo è un lavoro di tutti i giorni: imparare ad amare.

Anzitutto, amare è bello, è la via per essere felici. Però non è facile, è impegnativo, costa fatica. Pensiamo, ad esempio, a quando riceviamo un regalo: questo ci rende felici, ma per preparare quel regalo delle persone generose hanno dedicato tempo e impegno, e così, regalandoci qualcosa, ci hanno donato anche un po’ di loro stesse, qualcosa di cui hanno saputo privarsi. Pensiamo anche al dono che i vostri genitori e animatori vi hanno fatto, permettendovi di venire a Roma per questo Giubileo dedicato a voi. Hanno progettato, organizzato, preparato tutto per voi, e questo dava loro gioia, anche se magari rinunciavano a un viaggio per loro. Questa è la concretezza dell’amore. Amare infatti vuol dire donare, non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità.

Guardiamo al Signore, che è invincibile in generosità. Riceviamo da Lui tanti doni, e ogni giorno dovremmo ringraziarlo... Io vorrei chiedervi: voi ringraziate il Signore ogni giorno? Anche se noi ci dimentichiamo, Lui non si scorda di farci ogni giorno un dono speciale. Non è un regalo da tenere materialmente tra le mani e da usare, ma un dono più grande, per la vita. Che cosa ci dona il Signore? Ci dona la sua amicizia fedele, che non ci toglierà mai. E’ l’amico per sempre, il Signore. Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso. Questa è la concretezza dell’amore che ci insegna Gesù. E questo è tanto importante! Perché la minaccia principale, che impedisce di crescere bene, è quando a nessuno importa di te - è triste, questo -, quando senti che vieni lasciato in disparte. Il Signore invece è sempre con te ed è contento di stare con te. Come fece con i suoi giovani discepoli, ti guarda negli occhi e ti chiama a seguirlo, a “prendere il largo” e a “gettare le reti” fidandosi della sua parola, cioè a mettere in gioco i tuoi talenti nella vita, insieme con Lui, senza paura. Gesù ti aspetta pazientemente, attende una risposta, attende il tuo “sì”.

Cari ragazzi, alla vostra età emerge in voi in modo nuovo anche il desiderio di affezionarvi e di ricevere affetto. Il Signore, se andate alla sua scuola, vi insegnerà a rendere più belli anche l’affetto e la tenerezza. Vi metterà nel cuore un’intenzione buona, quella di voler bene senza possedere, di amare le persone senza volerle come proprie, ma lasciandole libere. Perché l’amore è libero! Non c’è vero amore che non sia libero! Quella libertà che il Signore ci lascia quando ci ama. Lui è sempre vicino a noi. C’è sempre infatti la tentazione di inquinare l’affetto con la pretesa istintiva di prendere, di “avere” quello che piace; e questo è egoismo. E anche la cultura consumistica rafforza questa tendenza. Ma ogni cosa, se la si stringe troppo, si sciupa, si rovina: poi si rimane delusi, con il vuoto dentro. Il Signore, se ascoltate la sua voce, vi rivelerà il segreto della tenerezza: prendersi cura dell’altra persona, che vuol dire rispettarla, custodirla e aspettarla. E questa è la concretezza della tenerezza e dell’amore.

In questi anni di gioventù voi avvertite anche un grande desiderio di libertà. Molti vi diranno che essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma qui bisogna saper dire dei no. Se tu non sai dire di no, non sei libero. Libero è chi sa dire sì e sa dire no. La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. No, non è vero. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: questa è libertà. E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile. Ma io credo che voi giovani non abbiate paura delle fatiche, siete coraggiosi! Solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita. Scelte coraggiose e forti. Non accontentatevi della mediocrità, di “vivacchiare” stando comodi e seduti; non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all’ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una “app” che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore. La libertà è un’altra cosa.

Perché l’amore è il dono libero di chi ha il cuore aperto; l’amore è una responsabilità, ma una responsabilità bella, che dura tutta la vita; è l’impegno quotidiano di chi sa realizzare grandi sogni! Ah, guai ai giovani che non sanno sognare, che non osano sognare! Se un giovane, alla vostra età, non è capace di sognare, già se n’è andato in pensione, non serve. L’amore si nutre di fiducia, di rispetto, di perdono. L’amore non si realizza perché ne parliamo, ma quando lo viviamo: non è una dolce poesia da studiare a memoria, ma una scelta di vita da mettere in pratica! Come possiamo crescere nell’amore? Il segreto è ancora il Signore: Gesù ci dà Sé stesso nella Messa, ci offre il perdono e la pace nella Confessione. Lì impariamo ad accogliere il suo Amore, a farlo nostro, a rimetterlo in circolo nel mondo. E quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete. Nella vita sempre si cade, perché siamo peccatori,  siamo deboli. Ma c’è la mano di Gesù che ci risolleva, che ci rialza. Gesù ci vuole in piedi! Quella parola bella che Gesù diceva ai paralitici: “Alzati!”. Dio ci ha creati per essere in piedi. C’è una bella canzone che cantano gli alpini quando salgono su. La canzone dice così: “Nell’arte di salire, l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduto!”. Avere il coraggio di alzarsi, di lasciarci alzare dalla mano di Gesù. E questa mano tante volte viene dalla mano di un amico, dalla mano dei genitori, dalla mano di quelli che ci accompagnano nella vita. Anche Gesù stesso è lì. Alzatevi! Dio vi vuole in piedi, sempre in piedi!

So che siete capaci di gesti di grande amicizia e bontà. Siete chiamati a costruire così il futuro: insieme agli altri e per gli altri, maicontro qualcun altro! Non si costruisce “contro”: questo si chiama distruzione. Farete cose meravigliose se vi preparate bene già da ora, vivendo pienamente questa vostra età così ricca di doni, e senza aver paura della fatica. Fate come i campioni sportivi, che raggiungono alti traguardi allenandosi con umiltà e duramente ogni giorno. Il vostro programma quotidiano siano le opere di misericordia: allenatevi con entusiasmo in esse per diventare campioni di vita, campioni di amore! Così sarete riconosciuti come discepoli di Gesù. Così avrete la carta d’identità di cristiani. E vi assicuro: la vostra gioia sarà piena.

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