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1
giu
2016

Giubileo dei Sacerdoti e dei Seminaristi

01 giugno 2016 - 03 giugno 2016 (Salva sul calendario)

Piazza San Pietro

A immagine del Buon Pastore, il prete è uomo di misericordia e di compassione,

vicino alla sua gente e servitore di tutti.

 Papa Francesco

 

 

PROGRAMMA:

Mercoledì 1 Giugno 2016

Dalle ore 9.00 alle ore 16.00

Nelle chiese giubilari (San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella, San Giovanni dei Fiorentini):

Adorazione Eucaristica

Sacramento della Riconciliazione

Pellegrinaggio verso la Porta Santa

 

17.30  Catechesi e Santa Messa per gruppi linguistici (Italiano, Inglese, Spagnolo, Polacco, Francese, Tedesco, Portoghese)

           

Giovedì 2 Giugno

Ritiro Predicato dal Santo Padre

10.00 Prima riflessione

12.00 – Seconda riflessione

16.00 – Terza riflessione

17.30  Concelebrazione Eucaristica

 

Venerdì 3 Giugno 2016

Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù

9:30 S. Messa in Piazza S. Pietro con il Santo Padre 

 

 

INFORMAZIONI:

Il Santo Padre celebrerà a Roma il Giubileo dei sacerdoti dall’ 1 al 3 giugno. In segno di comunione, ogni Chiesa particolare è invitata a vivere questo momento giubilare riproponendo, secondo le proprie necessità, le attività che avranno luogo a Roma. In modo particolare, si chiede di sintonizzarsi con le tre meditazioni che saranno offerte da Papa Francesco giovedì 2 giugno, in preparazione alla Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il giorno successivo.

 

Mercoledì 1 giugno

Durante la prima parte della giornata, sacerdoti e seminaristi sono invitati a recarsi in una delle tre chiese giubilari indicate dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione per l’Anno Santo (San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella, San Giovanni dei Fiorentini), dove avranno la possibilità di celebrare il sacramento della Riconciliazione e di dedicare un tempo alla Adorazione eucaristica.

I partecipanti compiranno anche il pellegrinaggio verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro, attraversando l’apposito varco speciale che si trova nei pressi di Castel Sant’Angelo e seguendo lungo Via della Conciliazione. Ai partecipanti sarà indicata una fascia oraria per svolgere il pellegrinaggio, con l’accompagnamento spirituale nella propria lingua.

Il secondo momento della giornata consisterà in una catechesi sul tema della misericordia, impartita da un Vescovo e, in seguito, la concelebrazione eucaristica. Per questo momento, che si realizzerà nel tardo pomeriggio, alcune chiese del centro storico di Roma saranno pronte ad accogliere i sacerdoti e i seminaristi,  secondo il gruppo linguistico di appartenenza.

Le lingue garantite sono: francese, inglese, italiano, polacco, portoghese, spagnolo, e tedesco.

I  vescovi catechisti confermati finora sono:

 

Francese

S.E.R. Mons. Vincent Dollmann

Vescovo Ausiliare di Strasburgo

 

Inglese

S.E.R. Mons. Robert Barron

Vescovo Ausiliare di Los Angeles

 

Italiano

S.E.R. Card. Gianfranco Ravasi

Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura

 

Polacco

S.E.R. Mons. Grzegorz Rys

Vescovo Ausiliare di Cracovia

 

Portoghese

S.E.R. Mons. Paulo Cezar Costa

Vescovo Ausiliare di Rio de Janeiro

 

Spagnolo

S.E.R Card. José Luis Lacunza Maestrojuán

Vescovo di David

 

Tedesco

S.E.R. Mons. Georg Gänswein

Prefetto della Casa Pontificia

 

Giovedì 2 giugno

La seconda giornata del Giubileo dei Sacerdoti sarà dedicata al ritiro spirituale per tutti i sacerdoti e seminaristi del mondo, guidato dal Santo Padre.

A Roma, i partecipanti saranno riuniti in tre Basiliche per seguire le meditazioni. Durante la giornata Papa Francesco offrirà tre meditazioni, una in ogni Basilica. Queste meditazioni saranno trasmesse in diretta dal Centro Televisivo Vaticano e potranno essere seguite in tutto il mondo, via Internet o tramite le stazioni televisive che trasmetteranno l’avvenimento. Le indicazioni tecniche per seguire l’evento saranno comunicate opportunamente alle Diocesi e ai mezzi di comunicazione interessati.

Il ritiro spirituale si chiuderà con la concelebrazione eucaristica per gruppi linguistici. I sacerdoti, muniti da camice e stola bianca, e i seminaristi saranno pregati di recarsi al luogo che  verrà loro indicato per la celebrazione.

Nel Centro di Accoglienza per i Pellegrini ogni singolo partecipante ed ogni gruppo riceverà le informazioni riguardo la Basilica in cui deve recarsi per vivere la giornata di spiritualità. Per motivi logistici e di sicurezza, il PASS che sarà consegnato a ogni partecipante consentirà l’ingresso unicamente al luogo in esso indicato.

 

Venerdì 3 giugno

Il Giubileo dei Sacerdoti si concluderà con la solenne celebrazione della Santa Messa della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. L’Eucaristia, presieduta da Papa Francesco, potrà essere concelebrata da tutti i sacerdoti che, muniti di apposito biglietto e portando camice e stola bianca, si troveranno nell’ora e luogo che verrà opportunamente indicato. I biglietti per la concelebrazione e per partecipare alla Santa Messa saranno distribuiti nel Centro di Accoglienza per i Pellegrini.

 

DOMANDE FREQUENTI:

Chi può partecipare al Giubileo dei sacerdoti?

Tutti i Vescovi, i sacerdoti e quanti sono in cammino di preparazione alla vita sacerdotale nei seminari maggiori o case di formazione, sono invitati a partecipare, in comunione con il Santo Padre, a questo evento giubilare.

 

Come partecipare al Giubileo dei Sacerdoti a Roma?

Tutti i sacerdoti e i seminaristi che intendono partecipare all’evento giubilare a Roma, dovranno iscriversi compilando il modulo di registrazione disponibile nella pagina web del Giubileo www.im.va. Per accedere a questo modulo bisogna prima registrarsi sul sito, dopodiché sarà possibile indicare a quale evento del Giubileo della Misericordia si intende partecipare, nel caso specifico al “Giubileo dei Sacerdoti”.

 

Per allestire in modo adeguato i luoghi di aggregazione, è molto importante che vengano segnalate, nella sezione “Dettagli dell’evento”, le attività cui si vuole partecipare (pellegrinaggio alla Porta Santa, Catechesi, ritiro spirituale con il Santo Padre, Santa Messa nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù). I gruppi di sacerdoti o di seminaristi devono indicare negli appositi spazi il numero di persone che parteciperà ad ogni momento. Se si tratta di un singolo partecipante, basta scrivere negli appositi spazi ”uno” (1).

 

Attenzione: Quando il modulo è compilato correttamente il sistema comunicherà al partecipante questo messaggio: “La scheda è stata salvata con successo”. Con la ricezione di conferma, l’utente può considerarsi iscritto formalmente all’evento. Successivamente, in prossimità dell’evento, gli iscritti riceveranno via e-mail maggiori informazioni utili. Il sistema non invia altro tipo di conferma.

 

Nota: I signori Vescovi possono informare, tramite posta elettronica (info@im.va) le attività  cui intendono partecipare.

 

Che devo fare dopo  essermi iscritto?

Ogni sacerdote e seminarista deve organizzare il proprio viaggio e soggiorno a Roma e sostenerne la spesa. Arrivati a Roma, i partecipanti sono invitati a recarsi al Centro di Accoglienza per i Pellegrini, sito in Via della Conciliazione 7, dove potranno ritirare i PASS che consentiranno l’ingresso ai luoghi dove si svolgerà l’evento.

È doveroso ricordare che le misure di sicurezza si sono intensificate, motivo per cui i PASS sono indispensabili per prendere parte ad alcune attività dell’evento, specialmente quelle in cui sarà presente il Santo Padre. Per lo stesso motivo si prega di portare il proprio celebret o, nel caso dei seminaristi, la tessera che attesti la appartenenza a un seminario o casa di formazione.

Il Centro di Accoglienza per i Pellegrini è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 7.30 alle 18.30.

 

Fino a quando posso formalizzare la mia iscrizione?

Fino al 29 maggio.

 

Devo pagare qualcosa per partecipare all’evento?

Ai partecipanti sarà richiesto un contributo di solidarietà di dieci euro (€10.00), per contribuire al sostegno dei costi dell’evento. Il contributo è libero e potrà essere versato al momento di ricevere il PASS, nel Centro di Accoglienza per i Pellegrini.

 

In quali luoghi si svolgerà l’evento?

I luoghi saranno comunicati opportunamente agli iscritti tramite posta elettronica.  Invitiamo a seguire anche gli aggiornamenti di informazione su questo sito.  

 

A quali attività dell’evento possono partecipare i laici e le religiose?

Tutti i fedeli sono invitati a partecipare alla Santa Messa con il Santo Padre, venerdì 3 giugno, per ringraziare del dono del ministero sacerdotale e pregare per la santificazione di tutti i sacerdoti. Le attività dell’ 1 e 2 giugno sono riservate esclusivamente a Vescovi, sacerdoti e seminaristi. 

 

Informazioni importanti per la partecipazione al Giubileo dei Sacerdoti

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Carissimo Sacerdote/Seminarista,

 

            siamo molto lieti per la tua partecipazione all’imminente Giubileo dei Sacerdoti, che si svolgerà a Roma dal 1° al 3 giugno 2016. Ti trasmettiamo alcune importanti indicazioni pratiche:

 

1.      All’arrivo a Roma, ogni Capo Gruppo – oppure ogni singolo sacerdote/seminarista che si sia registrato individualmente – deve confermare di persona la partecipazione al Giubileo dei Sacerdoti, recandosi presso il Centro Accoglienza Pellegrini situato in Via della Conciliazione, 7. Tale visita di conferma può essere effettuata a partire da domenica 29 maggio, tutti i giorni dalle 7.30 alle 18.30, presentando il voucher che, nei prossimi giorni, sarà inviato per posta elettronica ai partecipanti.

 

2.      Ogni sacerdote registratosi individualmente deve presentare al Centro Accoglienza Pellegrini il proprio celebret ufficiale. Per i gruppi, invece, è sufficiente che il Capo Gruppo presenti il proprio celebret. Ad ogni persona registratasi individualmente, e a ogni Capo Gruppo per tutti i membri del suo gruppo, sarà consegnato quanto segue: A) il PASS ufficiale per partecipare a ogni evento in programma. Sul Pass sarà indicata la Basilica di riferimento per il Ritiro Spirituale. Si sottolinea che è necessario rispettare questa indicazione e non cambiare Basilica dal momento che i partecipanti sono stati suddivisi nelle tre Basiliche Papali utilizzate in base alla propria appartenenza linguistica, anche in vista del servizio di traduzione simultanea. N.B. Per motivi di sicurezza, questo PASS deve essere indossato durante tutti gli eventi programmati; B) il biglietto per la Concelebrazione – o, nel caso dei seminaristi, il biglietto d’ingresso – per la Santa Messa che Papa Francesco presiederà venerdì 3 giugno; C) l’opuscolo contenente varie informazioni utili per vivere il Giubileo, compresi anche sussidi per la liturgia. Contestualmente alla consegna di questo materiale, ogni Capo Gruppo ed ogni sacerdote registratosi individualmente potrà versare un contributo di solidarietà pari a 10 euro per ogni partecipante.

 

3.      Coloro che si sono registrati per partecipare solo alla Santa Messa di venerdì 3 giugno non sono tenuti a versare il contributo di solidarietà. Presso il Centro Accoglienza Pellegrini sono disponibili biglietti gratuiti per partecipare alla Santa Messa, ma è da sottolineare che tali biglietti consentono soltanto l’accesso a Piazza San Pietro e non alla Concelebrazione.

 

4.      Mercoledì 1° giugno, dalle 9.00 alle 16.00, tutti i partecipanti potranno effettuare il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro secondo i diversi gruppi linguistici, come da programma che sarà incluso nell’opuscolo dell’evento. In questa giornata i partecipanti potranno anche visitare a scelta una delle tre Chiese Giubilari, dove sarà possibile celebrare il Sacramento della Riconciliazione e partecipare all’adorazione eucaristica. Alcuni Missionari della Misericordia saranno a disposizione dei partecipanti per confessioni in varie lingue. Le Chiese Giubilari sono:

 

S. Salvatore in Lauro (Piazza di San Salvatore in Lauro, 15)

S. Maria in Vallicella [Chiesa Nuova] (Piazza della Chiesa Nuova)

S. Giovanni Battista dei Fiorentini (Piazza dell'Oro, 1)

 

5.      Mercoledì 1° giugno, alle 17.30, i partecipanti si divideranno per gruppi linguistici per ascoltare la catechesi e, subito dopo, partecipare alla concelebrazione eucaristica. Coloro che volessero concelebrare sono pregati di portare camice e stola bianca. Le chiese coinvolte sono:

 

Italiano:

            Chiesa di Santa  Maria in Vallicella [Chiesa Nuova], Piazza della Chiesa         Nuova

Spagnolo:

            Basilica dei XII Apostoli, Piazza dei Santi Apostoli, 51

Inglese:

            Basilica di Sant’Andrea della Valle, Piazza Vidoni, 6

Francese:

            San Luigi dei Francesi, Piazza di S. Luigi de' Francesi

Polacco:

            Basilica di S. Marco Evangelista al Campidoglio, Piazza di San Marco, 48       (confinante con Piazza Venezia)

Tedesco:

            San Salvatore in Lauro, Piazza di San Salvatore in Lauro, 15

Portoghese

            Chiesa di Santa Monica, Piazza S. Uffizio

 

6.      Giovedì 2 giugno sarà dedicato al Ritiro Spirituale predicato dal Santo Padre per tutti i sacerdoti e seminaristi.

            N.B. L’ingresso alle Basiliche per il Ritiro spirituale è riservato esclusivamente a sacerdoti e seminaristi dietro presentazione del proprio PASS. Si ricorda, inoltre, che il 2 giugno è giorno festivo in Italia, per cui i mezzi pubblici a disposizione saranno ridotti ed alcune zone del Centro Storico di Roma potrebbero subire dei blocchi a causa della parata militare che interessa in particolare Via dei Fori Imperiali.

            Il Santo Padre offrirà tre meditazioni, una in ognuna delle tre Basiliche Papali di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Il Ritiro è stato organizzato in modo che quando il Santo Padre parla in una delle Basiliche, i presenti nelle altre due Basiliche potranno seguire in diretta. Le meditazioni sono previste alle ore 10:00, alle ore 12:00 e alle ore 16:00.

            La Basilica di San Paolo fuori le Mura accoglierà tutti i sacerdoti e seminaristi di lingua non-italiana e sarà dotata di un servizio di traduzione simultanea in spagnolo, inglese, francese, tedesco, polacco e portoghese. I presenti a San Paolo fuori le Mura riceveranno un pasto al sacco gratuito.

            La Basilica di Santa Maria Maggiore accoglierà tutti i sacerdoti e seminaristi di lingua italiana non appartenenti alla Diocesi di Roma. L’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano, invece, accoglierà sacerdoti – diocesani e religiosi – e seminaristi appartenenti alla Diocesi di Roma e i sacerdoti in servizio presso la Curia Romana.

            Immediatamente dopo la terza Meditazione del Santo Padre, avrà inizio la Concelebrazione Eucaristica. I sacerdoti che parteciperanno al ritiro nell’Arcibasilica di San Giovanni in Laterano e nella Basilica di Santa Maria Maggiore celebreranno nelle medesime Basiliche, mentre i partecipanti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura si divideranno per gruppi linguistici nelle seguenti chiese:

 

Spagnolo e Portoghese

Basilica di San Paolo fuori le Mura

Tedesco

Pontificio Oratorio San Paolo, Viale di San Paolo, 12

Inglese

Parrocchia S. Maria Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75

Francese

Cripta di S. Maria Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75

Polacco

Sotto-cripta S. Maria Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75

 

N.B. 1) Coloro che desiderano concelebrare sono invitati a portare con sé camice e stola bianca. 2) S. Maria Regina degli Apostoli si trova a pochi passi da San Paolo fuori le Mura. I sacerdoti potranno ricevere indicazioni per raggiungere tale luogo dai Volontari del Giubileo. In ogni caso saranno messi a disposizione dei pullman per raggiungere la chiesa.

 

7.      Papa Francesco presiederà la Concelebrazione della Santa Messa venerdì 3 giugno p.v., alle 9.30, in Piazza San Pietro nel 160° Anniversario dell’Istituzione della Festa Liturgica del Sacro Cuore. Per poter concelebrare, ogni sacerdote dovrà portare con sé camice e stola bianca e l’apposito biglietto che avrà ricevuto dal proprio Capo Gruppo o che avrà ritirato personalmente presso il Centro Accoglienza Pellegrini (cfr. n. 2 sopra). A tutti i sacerdoti è richiesto di entrare in Vaticano alle 7.30, portando con sé l’apposito biglietto, attraverso l’Ingresso Petriano ubicato in Piazza del Sant’Uffizio (guardando la Basilica di San Pietro, è l’ingresso che si trova all’esterno del braccio sinistro del Colonnato del Bernini, sorvegliato da due Guardie Svizzere in alta uniforme). Da lì, tutti i sacerdoti saranno guidati verso l’Atrio dell’Aula Paolo VI (l’Aula delle Udienze Papali) dove potranno indossare i paramenti liturgici. N.B. Dal momento che tutti i sacerdoti saranno sottoposti ai normali controlli di sicurezza, è assolutamente indispensabile arrivare entro le 7.30, al fine di agevolare l’ingresso comune in Vaticano. Una volta indossati i paramenti liturgici, tutti i sacerdoti entreranno in processione in Piazza San Pietro per occupare i posti a loro assegnati.

 

8.      Venerdì 3 giugno, alle 18.00, tutti i partecipanti al Giubileo dei Sacerdoti, sia sacerdoti che seminaristi, sono invitati a recitare insieme il Santo Rosario in Piazza San Pietro.

 

9.      Il Centro Accoglienza Pellegrini è a disposizione dei partecipanti per ogni informazione.

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Omelia per la S.Messa in occasione del Giubileo dei Sacerdoti

Basilica di Santa Maria Maggiore, 2 giugno 2016, ore 17,30

 

Prima Lettura: 2 Tm 2, 8-15

Salmo Responsoriale: dal Salmo 24

Vangelo: Mc 12, 28b-34

 

Carissimi sacerdoti e seminaristi, in questa Basilica dedicata a Maria, che è Madre della Chiesa e dei Sacerdoti, con grande gioia celebro insieme a voi questa S. Messa, a conclusione dell’odierna giornata di ritiro, vissuta all’interno del Giubileo dei Sacerdoti e resa preziosa dall’ascolto delle parole del Santo Padre, che proprio qui tante volte ha affidato i suoi viaggi apostolici e ringraziato per il loro esito.

 

La chiamata a seguire il Signore nella via del sacerdozio è per tutti noi innanzitutto una chiamata all’amore, per una vita all’insegna dell’amore; amore immeritato, che Dio gratuitamente ci dona; amore dovuto, che siamo inviati a portare e a rendere presente nella Chiesa e nel mondo.

 

Per questo ho colto volentieri la suggestione del brano di Vangelo che è stato appena proclamato per applicare alla vita e al ministero dei sacerdoti i due comandamenti, che Gesù ha posto a fondamento di tutti gli altri: «amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» e «Amerai il tuo prossimo come te stesso»; in essi possiamo cogliere i tre amori che animano e rendono piena e gioiosa la vita del sacerdote: si tratta dell’amore per Dio, per il prossimo e per se stesso.

 

Chiamato da Dio e da Lui reso partecipe della missione di annunciare il Vangelo, il sacerdote è prima di tutto un uomo di Dio, un discepolo innamorato del suo Maestro, che continua a seguire con fedeltà e impegno, senza mai separarsi da Lui e senza perdere il contatto con l’amorosa presenza di Dio nella sua vita; perciò, come ha ricordato Papa Francesco, occorre «non perdere la memoria del primo amore», perché la memoria «è tanto importante per ricordare la grazia ricevuta» (Meditazione a Santa Marta, 30 gennaio 2015).

 

È importante mantenere vivo il ricordo di quando abbiamo avvertito la chiamata – anche tanti anni fa – e di tutte le volte che abbiamo sentito Dio vicino e presente nella nostra vita di preti, nella gioia e nella fatica. Si tratta di momenti concreti, di passaggi della nostra vita reale, non di suggestioni; così, facendolo nella preghiera, rafforzeremo in noi la consapevolezza di essere da sempre oggetto dell’amore misericordioso di Dio, su di noi riversato  con discrezione e delicatezza, ma anche con perseverante fedeltà. L’amore di Dio e per Dio ci libera; e non abbiamo nient’altro prezioso come questo amore da donare alla Chiesa e al mondo con il nostro zelo evangelizzatore.

 

Così, dall’amore per Dio nasce quello per il nostro prossimo, per le persone che ci sono affidate in ragione del nostro ministero o che le circostanze della vita ci fanno incontrare. In questo senso, il nostro prossimo sono tutti i fratelli che incontriamo, ogni uomo e ogni donna, nessuno escluso; prestando maggior attenzione a chi è più nel bisogno, l’amore si rivolge e si offre comunque a tutti, tanto più quella forma di amore propria dei sacerdoti, che è la carità pastorale. L’amore non induce a star fermi, ma spinge a interessarsi, a conoscere e ad agire. Il mondo, quel pezzetto concreto che ognuno di noi abita, è in attesa che Cristo sia annunciato per la prima volta, o reso presente ancora una volta a chi lo ha già conosciuto.

 

L’amore per il prossimo parte dalla preghiera, che il Santo Padre ha definito «il vero motore della vita della Chiesa» (Meditazione a S.Marta, 12 gennaio 2016); la preghiera per noi preti è il luogo in cui portiamo le vicende umane al cospetto dell’amore di Dio, e, al tempo stesso, il momento in cui rinsaldiamo la nostra unione con Dio, per meglio comprendere alla luce del Vangelo le situazioni che il ministero ci mette davanti. Dalla vita alla preghiera, dalla preghiera alla vita; l’orazione per il prete è un dinamismo d’amore, lo unisce a Dio e agli uomini. Pensiamo proprio a Papa Francesco, che sin dall’inizio del suo Pontificato ha dato testimonianza di aver fondato il suo ministero su una preghiera intensa, anche in questa Basilica, e che anche a me personalmente ha confidato l’importanza dello svegliarsi presto al mattino per poter iniziare la giornata nella preghiera e stare con il Signore per un tempo adeguato.

 

Dall’amore per Dio a quello per il prossimo, in altre parole, dalla misericordia ricevuta a quella donata; quanto Dio fa per noi, siamo chiamati a portarlo agli altri, per divenire per tutti strumenti della misericordia divina. È il richiamo che questo anno giubilare ci propone come atteggiamento generale e come attenzione specifica rispetto ad alcuni ambiti del nostro ministero. Penso in primo luogo a una sempre più generosa disponibilità al ministero della Riconciliazione, offrendo ai fedeli regolari e ampie opportunità di trovarci in confessionale, per ricevere il perdono dei peccati ed essere sostenuti nel loro cammino di vita dalla grazia di Dio.

 

Ma mi viene in mente anche una speciale vicinanza a quelle categorie di persone che la nostra società tende a marginalizzare e che il nostro ministero vuole invece ricondurre all’abbraccio di Dio, all’interno della “famiglia” della Chiesa; Papa Francesco ne ha indicate alcune nella Amoris laetitia: «le ragazze madri, i bambini senza genitori, le donne sole che devono portare avanti l’educazione dei loro figli, le persone con disabilità che richiedono molto affetto e vicinanza, i giovani che lottano contro una dipendenza, le persone non sposate, quelle separate o vedove che soffrono la solitudine, gli anziani e i malati che non ricevono l’appoggio dei loro figli, fino ad includere “persino i più disastrati nelle condotte della loro vita”» (n. 197). Visitare queste persone, pregare per loro e con loro, ascoltarle, condividere con loro il nostro tempo e la nostra attenzione; siamo chiamati a «nuovi gesti e linguaggi, forme di comprensione e di identità, nel cammino di accoglienza e cura del mistero della fragilità», riprendendo quanto Papa Francesco ha espresso nella medesima Esortazione Apostolica postsinodale (n. 47).

 

L’amore per Dio e quello per il prossimo attecchiscono e crescono meglio in chi ama davvero se stesso, che per un sacerdote significa custodire la propria vocazione, o, in altre parole, custodire se stesso, perché la vocazione porti tutti i suoi frutti. Il Vangelo ci impone di soffermarci su questo: amiamo noi stessi quando amiamo la nostra vita insieme a Cristo e ai fratelli che Lui ci ha donato; amiamo noi stessi quando ci è chiaro che il luogo per essere felici è quello in cui viviamo – Dio si fa trovare ovunque – non quello ideale, che la nostra fantasia, anche in buona fede, costruisce o ricerca.È il mio presbiterio – nomi e cognomi reali – quello con cui vivere la fraternità presbiterale; è il Vescovo – questo Vescovo – quello che sono chiamato a seguire e con cui sono chiamato a collaborare lealmente.

 

Ama se stesso chi ha unificato in Dio e nel servizio dei fratelli la propria vita e non sente perciò il bisogno di “compensazioni” esterne, anche se lecite;  siamo chiamati a mettere tutta la nostra vita di sacerdoti nelle sue mani, perché Egli è amico e custode della nostra felicità. Sull’altare Lui si mette totalmente nelle nostre mani, nella vita quotidiana è essenziale che noi ci mettiamo totalmente nelle sue, con fiducioso abbandono.

 

Amore per Dio, per il prossimo e per noi stessi sono tre direzioni che prende l’unico, indivisibile amore che siamo chiamati a vivere e a rendere presente con la nostra vita e il nostro ministero. In tal senso un pensiero doveroso desidero rivolgere alla Giornata Mondiale di Preghiera per la Santificazione Sacerdotale, che verrà celebrata domani nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù; essa ci invita a ricordare che la nostra santificazione passa attraverso l’amore, il triplice amore di cui abbiamo parlato, ben esposto dalle parole di Papa Francesco, che ci ha ricordato che «noi crediamo in un Dio che si è fatto carne, che ha un cuore e questo cuore oggi ci parla così: “Venite a me. Se siete stanchi, oppressi e io vi darò ristoro. Ma i più piccoli trattateli con tenerezza, con la stessa tenerezza con cui li tratto io”. Questo ci dice oggi il Cuore di Gesù Cristo» (Omelia, Terzo ritiro mondiale dei sacerdoti, 12 giugno 2015).

 

Affidiamo al Cuore pieno d’amore di Cristo e all’intercessione di Maria la santificazione e il servizio ministeriale di noi tutti, ognuno dove è stato chiamato, perché possiamo vivere sempre un ministero di gioia, strumento nelle mani di Dio per penetrare in ogni cuore e riempirlo del suo amore. Buon Giubileo a tutti voi!

 

 

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro 
Venerdì, 3 giugno 2016
Sacratissimo Cuore di Gesù

 

Celebrando il Giubileo dei Sacerdoti nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, siamo chiamati a puntare al cuore, ovvero all’interiorità, alle radici più robuste della vita, al nucleo degli affetti, in una parola, al centro della persona. E oggi volgiamo lo sguardo a due cuori: il Cuore del Buon Pastore e il nostro cuore di pastori.

Il Cuore del Buon Pastore non è soltanto il Cuore che ha misericordia di noi, ma è la misericordia stessa. Lì risplende l’amore del Padre; lì mi sento sicuro di essere accolto e compreso come sono; lì, con tutti i miei limiti e i miei peccati, gusto la certezza di essere scelto e amato. Guardando a quel Cuore rinnovo il primo amore: la memoria di quando il Signore mi ha toccato nell’animo e mi ha chiamato a seguirlo, la gioia di aver gettato le reti della vita sulla sua Parola (cfr Lc 5,5).

Il Cuore del Buon Pastore ci dice che il suo amore non ha confini, non si stanca e non si arrende mai. Lì vediamo il suo continuo donarsi, senza limiti; lì troviamo la sorgente dell’amore fedele e mite, che lascia liberi e rende liberi; lì riscopriamo ogni volta che Gesù ci ama «fino alla fine» (Gv 13,1) - non si ferma prima, fino alla fine -, senza mai imporsi.

Il Cuore del Buon Pastore è proteso verso di noi, “polarizzato” specialmente verso chi è più distante; lì punta ostinatamente l’ago della sua bussola, lì rivela una debolezza d’amore particolare, perché tutti desidera raggiungere e nessuno perdere.

Davanti al Cuore di Gesù nasce l’interrogativo fondamentale della nostra vita sacerdotale: dove è orientato il mio cuore? Domanda che noi sacerdoti dobbiamo farci tante volte, ogni giorno, ogni settimana: dove è orientato il mio cuore? Il ministero è spesso pieno di molteplici iniziative, che lo espongono su tanti fronti: dalla catechesi alla liturgia, alla carità, agli impegni pastorali e anche amministrativi. In mezzo a tante attività permane la domanda: dove è fisso il mio cuore? Mi viene alla memoria quella preghiera tanto bella della Liturgia: “Ubi vera sunt gaudia…”. Dove punta, qual è il tesoro che cerca? Perché – dice Gesù – «dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Ci sono debolezze in tutti noi, anche peccati. Ma andiamo al profondo, alla radice: dov’è la radice delle nostre debolezze, dei nostri peccati, cioè dov’è proprio quel “tesoro” che ci allontana dal Signore?

I tesori insostituibili del Cuore di Gesù sono due: il Padre e noi. Le sue giornate trascorrevano tra la preghiera al Padre e l’incontro con la gente. Non la distanza, l’incontro. Anche il cuore del pastore di Cristo conosce solo due direzioni: il Signore e la gente. Il cuore del sacerdote è un cuore trafitto dall’amore del Signore; per questo egli non guarda più a sé stesso – non dovrebbe guardare a sé stesso – ma è rivolto a Dio e ai fratelli. Non è più “un cuore ballerino”, che si lascia attrarre dalla suggestione del momento o che va di qua e di là in cerca di consensi e piccole soddisfazioni. E’ invece un cuore saldo nel Signore, avvinto dallo Spirito Santo, aperto e disponibile ai fratelli. E lì risolve i suoi peccati.

Per aiutare il nostro cuore ad ardere della carità di Gesù Buon Pastore, possiamo allenarci a fare nostre tre azioni, che le Letture di oggi ci suggeriscono: cercareincludere e gioire.

Cercare. Il profeta Ezechiele ci ha ricordato che Dio stesso cerca le sue pecore (34,11.16). Egli, dice il Vangelo, «va in cerca di quella perduta» (Lc 15,4), senza farsi spaventare dai rischi; senza remore si avventura fuori dei luoghi del pascolo e fuori degli orari di lavoro. E non si fa pagare gli straordinari. Non rimanda la ricerca, non pensa “oggi ho già fatto il mio dovere, e casomai me ne occuperò domani”, ma si mette subito all’opera; il suo cuore è inquieto finché non ritrova quell’unica pecora smarrita. Trovatala, dimentica la fatica e se la carica sulle spalle tutto contento. A volte deve uscire a cercarla, a parlare, persuadere; altre volte deve rimanere davanti al tabernacolo, lottando con il Signore per quella pecora.

Ecco il cuore che cerca: è un cuore che non privatizza i tempi e gli spazi. Guai ai pastori che privatizzano il loro ministero! Non è geloso della sua legittima tranquillità - legittima, dico, neppure di quella -, e mai pretende di non essere disturbato. Il pastore secondo il cuore di Dio non difende le proprie comodità, non è preoccupato di tutelare il proprio buon nome, ma sarà calunniato, come Gesù. Senza temere le critiche, è disposto a rischiare, pur di imitare il suo Signore. «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno…» (Mt 5,11).

Il pastore secondo Gesù ha il cuore libero per lasciare le sue cose, non vive rendicontando quello che ha e le ore di servizio: non è un ragioniere dello spirito, ma un buon Samaritano in cerca di chi ha bisogno. È un pastore, non un ispettore del gregge, e si dedica alla missione non al cinquanta o al sessanta per cento, ma con tutto sé stesso. Andando in cerca trova, e trova perché rischia. Se il pastore non rischia, non trova. Non si ferma dopo le delusioni e nelle fatiche non si arrende; è infatti ostinato nel bene, unto della divina ostinazione che nessuno si smarrisca. Per questo non solo tiene aperte le porte, ma esce in cerca di chi per la porta non vuole più entrare. E come ogni buon cristiano, e come esempio per ogni cristiano, è sempre in uscita da sé. L’epicentro del suo cuore si trova fuori di lui: è un decentrato da sé stesso, centrato soltanto in Gesù. Non è attirato dal suo io, ma dal Tu di Dio e dal noi degli uomini.

Seconda parola: includere. Cristo ama e conosce le sue pecore, per loro dà la vita e nessuna gli è estranea (cfr Gv 10,11-14). Il suo gregge è la sua famiglia e la sua vita. Non è un capo temuto dalle pecore, ma il Pastore che cammina con loro e le chiama per nome (cfr Gv 10,3-4). E desidera radunare le pecore che ancora non dimorano con Lui (cfr Gv 10,16).

Così anche il sacerdote di Cristo: egli è unto per il popolo, non per scegliere i propri progetti, ma per essere vicino alla gente concreta che Dio, per mezzo della Chiesa, gli ha affidato. Nessuno è escluso dal suo cuore, dalla sua preghiera e dal suo sorriso. Con sguardo amorevole e cuore di padre accoglie, include e, quando deve correggere, è sempre per avvicinare; nessuno disprezza, ma per tutti è pronto a sporcarsi le mani. Il Buon Pastore non conosce i guanti. Ministro della comunione che celebra e che vive, non si aspetta i saluti e i complimenti degli altri, ma per primo offre la mano, rigettando i pettegolezzi, i giudizi e i veleni. Con pazienza ascolta i problemi e accompagna i passi delle persone, elargendo il perdono divino con generosa compassione. Non sgrida chi lascia o smarrisce la strada, ma è sempre pronto a reinserire e a comporre le liti. E’ un uomo che sa includere.

Gioire. Dio è «pieno di gioia» (Lc 15,5): la sua gioia nasce dal perdono, dalla vita che risorge, dal figlio che respira di nuovo l’aria di casa. La gioia di Gesù Buon Pastore non è una gioia per sé, ma è una gioia per gli altri e con gli altri, la gioia vera dell’amore. Questa è anche la gioia del sacerdote. Egli viene trasformato dalla misericordia che gratuitamente dona. Nella preghiera scopre la consolazione di Dio e sperimenta che nulla è più forte del suo amore. Per questo è sereno interiormente, ed è felice di essere un canale di misericordia, di avvicinare l’uomo al Cuore di Dio. La tristezza per lui non è normale, ma solo passeggera; la durezza gli è estranea, perché è pastore secondo il Cuore mite di Dio.

Cari sacerdoti, nella Celebrazione eucaristica ritroviamo ogni giorno questa nostra identità di pastori. Ogni volta possiamo fare veramente nostre le sue parole: «Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». È il senso della nostra vita, sono le parole con cui, in un certo modo, possiamo rinnovare quotidianamente le promesse della nostra Ordinazione. Vi ringrazio per il vostro “sì”, e per tanti “sì” nascosti di tutti i giorni, che solo il Signore conosce. Vi ringrazio per il vostro “sì” a donare la vita uniti a Gesù: sta qui la sorgente pura della nostra gioia.

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Piazza San Pietro

Piazza San Pietro, Città del Vaticano, Città del Vaticano