«Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre»
Intervista a Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
- Eccellenza, cosa è previsto a Roma in occasione dell’Anno Santo della Misericordia a favore dei cristiani così provati del Medio Oriente?
Il Giubileo della Misericordia è stato pensato e voluto da Papa Francesco per far sentire vicina a tutti la Misericordia di Dio, in particolare a coloro che soffrono, che sono provati e hanno bisogno di consolazione. Il Papa vuole che ognuno, fissando il volto di Gesù, si possa sentire amato e consolato. Tra queste persone che sono nella prova, senza dubbio, ci sono anche i cristiani del Medio Oriente che, anche in questo particolare momento storico, vivono nella persecuzione e nella quotidiana battaglia per poter professare la loro fede. Certamente non mancherà un’attenzione particolare a loro e alle loro sofferenze nel corso dell’Anno Santo.
- Come pensa che il Giubileo della Misericordia possa essere vissuto concretamente, per esempio durante un pellegrinaggio in Terra Santa? Avrebbe idea di un “cammino” particolare da proporre?
Il Santo Padre e il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione hanno indicato, ed indicheranno, alcune linee per la celebrazione del Giubileo in tutto il mondo. Saranno poi le varie realtà locali a dover calare queste indicazioni comuni nel loro contesto. Lo stesso avverrà anche in Terra Santa dove, sono certo, la Custodia di Terra Santa, insieme ai Vescovi e anche alle altre realtà, tra cui penso anche all’Ordine del Santo Sepolcro, sapranno trovare la forma e il percorso migliore per celebrare l’Anno Santo anche nella terra di Gesù.
- Al servizio della “cultura dell’incontro” incoraggiata da Papa Francesco, organizzerete degli eventi ad apertura interreligiosa, particolarmente con dei rappresentanti musulmani?
L’Anno della Misericordia avrà cura anche dell’aspetto ecumenico. Il giorno 25 gennaio, infatti, è già in programma una celebrazione a San Paolo Fuori Le mura. Inoltre ci sarà un’attenzione al dialogo interreligioso sulla scia delle parole Papa Francesco nella Misericordiae vultus: “La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa ci relaziona all’Ebraismo e all’Islam, che la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio. Israele per primo ha ricevuto questa rivelazione, che permane nella storia come inizio di una ricchezza incommensurabile da offrire all’intera umanità. Come abbiamo visto, le pagine dell’Antico Testamento sono intrise di misericordia, perché narrano le opere che il Signore ha compiuto a favore del suo popolo nei momenti più difficili della sua storia. L’Islam, da parte sua, tra i nomi attribuiti al Creatore pone quello di Misericordioso e Clemente” (n. 23).
- Secondo lei, in quale maniera i 30.000 membri dell’Ordine del Santo Sepolcro presenti nel mondo possono prendere parte e contribuire a questo Giubileo? Quale appello indirizzerebbe loro?
Per fare un appello ai membri dell’Ordine del Santo Sepolcro, faccio mie le parole che Papa Francesco, a conclusione di Misericordiae vultus, rivolge alla Chiesa tutta: “In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: «Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre» (Sal 25,6).