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4
mar
2016

24 ore per il Signore

04 marzo 2016 - 05 marzo 2016 (Salva sul calendario)

Basilica di San Pietro

VENERDI 4 MARZO

Ore 17,00

Celebrazione penitenziale di apertura con Papa Francesco

 

Ore 21,00

Iinizio delle confessioni e adorazione eucaristica nelle chiese

- Nostra Signora del Sacro Cuore (Piazza Navona)

- Santa Maria in Trastevere (Piazza di Santa Maria in Trastevere)

- Chiesa Sacre Stimmate di S. Francesco (Largo Argentina)

Le Chiese rimarrano aperte ininterrottamente, con la presenza di sacerdoti per le confessioni, fino a notte inoltrata.

 

SABATO 5 MARZO

Ore 10,00

Confessioni e adorazione eucaristica

nella chiesa di Nostra Signora del Scro Cuore.

La chiesa rimarrà aperta ininterrottamente, con la presenza di sacerdoti per le confessioni, fino alle ore 16,00.

 

Ore 17,00

Celebrazione conclusiva di ringraziamento presieduta da S.E. Mons. Rino Fisichella,

presso la chiesa Santo Spirito in Sassia.

Sussidio per le 24 ore per il Signore

Misericordiosi come il Padre (Lc 6,36). 24 ore per il Signore

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Misericordiosi-come-il-Padre

Misericordiosi come il Padre (Lc 6,36). 24 ore per il Signore

Il presente sussidio intende offrire alcuni suggerimenti per consentire alle parrocchie e alle comunità cristiane di prepararsi a vivere con il maggior frutto possibile l'iniziativa 24 ore per il Signore (4 marzo) in questo tempo speciale del Giubileo della Misericordia. Si tratta, ovviamente, di proposte che possono essere adattate in base alle esigenze e alle abitudini locali.

A Roma, Papa Francesco aprirà questa giornata presiedendo una celebrazione penitenziale nella Basilica di San Pietro. Nella prima parte di questo sussidio viene offerto uno strumento che aiuta il singolo penitente a vivere in maniera consapevole.

La seconda parte offre, invece, tre testimonianze di persone che hanno raccontato la propria conversione.

Nella terza parte sono presentati alcuni testi contenenti spunti di riflessione individuale o di gruppo.

La quarta e ultima parte offre, invece, una traccia che può essere utilizzata durante il tempo di apertura della Chiesa, in modo che quanti vi accederanno per confessarsi, possano essere aiutati nella preparazione, attraverso un percorso basato sulla Parola di Dio, accolta, meditata e pregata.

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Al via il 4 marzo le "24 ORE PER IL SIGNORE" nel segno del Giubileo

3 marzo 2016 COMUNICATO STAMPA

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it

Insieme a Papa Francesco 24 ore in tutto il mondo per vivere la  Misericordia di Dio

 

Tutto il mondo si immergerà nella misericordia di Dio con le "24 ore per il Signore". Sarà Papa Francesco a dare il via venerdì 4 marzo con la celebrazione penitenziale in San Pietro a questa grande iniziativa, partita da Roma ma cresciuta molto velocemente e divenuta oramai di respiro mondiale, nel corso della quale le diocesi nei cinque continenti saranno unite spiritualmente al Santo Padre per offrire a tutti la possibilità di fare esperienza personale della misericordia di Dio.

Venerdì 4 e sabato 5 marzo torna "24 ore per il Signore". L'iniziativa giunta alla terza edizione nasce con l'intento di rimettere al centro l'importanza della preghiera, dell'adorazione eucaristica e il dono del sacramento della riconciliazione, rappresenta un’occasione aperta a tutti, fino a notte inoltrata, nel cuore delle nostre città, per attingere alla misericordia di Dio. Il motto dell'Anno Giubilare “Misericordiosi come il Padre” è il filo conduttore dell’evento i cui titoli nelle precedenti edizioni del 2014 e del 2015 furono rispettivamente "Il perdono più forte del peccato" e "Dio, ricco di misericordia".

Promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione con l'immediata adesione di moltissime diocesi , "24 ore per il Signore" è stata da subito fortemente voluta da Papa Francesco. Il Santo Padre, venerdì 13 marzo 2015, secondo anniversario della sua elezione al pontificato, proprio durante la celebrazione penitenziale in occasione dell'iniziativa annunciò l'Anno Santo della Misericordia. Lo stesso Papa Francesco nella Bolla d'Indizione del Giubileo (Misericordiae Vultus, 17) così scrive: "L’iniziativa “24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima, è da incrementare nelle Diocesi. Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cammino per ritornare al Signore, per vivere un momento di intensa preghiera e riscoprire il senso della propria vita".

Inserite nel calendario dei grandi Eventi Giubilari, le "24 ore per il Signore" quest'anno saranno vissute nel segno di questo Giubileo "diffuso" in tutto il mondo. Roma è meta di pellegrinaggio, ma è anche il centro propulsore da cui si irradia in tutte le diocesi del mondo il grande tema giubilare della misericordia che arriva concretamente alle periferie geografiche ed umane, tanto care al Santo Padre, con l'apertura in tutto il mondo delle Porte della Misericordia e con l'attenzione rivolta alle condizioni esistenziali dell'uomo contemporaneo. Importante sottolineare, come spiega l'Arcivescovo Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che “la misericordia non si riduce al sacramento della riconciliazione, essa ha un orizzonte molto più ampio, che impegna ognuno di noi a diventare strumento di misericordia per il prossimo”.

Ad aprire le "24 ore per il Signore" dell'Anno Giubilare sarà dunque Papa Francesco, venerdì 4 marzo nella Basilica di San Pietro, con la Celebrazione Penitenziale alle ore 17:00 durante la quale, come già avvenuto nelle precedenti edizioni, si confesserà e confesserà alcuni penitenti. 

A seguire, dalle ore 21.00, sarà possibile accostarsi al sacramento della confessione e fare adorazione eucaristica nelle chiese di Nostra Signora del Sacro Cuore (Piazza Navona), Santa Maria in Trastevere (Piazza di Santa Maria in Trastevere) e delle Sacre Stimmate di S. Francesco (Largo Argentina).

Il giorno successivo, sabato 5 marzo, la chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore rimarrà aperta ininterrottamente con la presenza di sacerdoti per le confessioni fino alle ore 16:00.  A concludere la III edizione delle "24 ore per il Signore", la celebrazione conclusiva di ringraziamento presieduta da S.E. Mons. Fisichella, proprio nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, il Santuario dedicato alla Divina Misericordia.

Infine, per vivere al meglio questo momento di preghiera è disponibile un sussidio edito dalla        San Paolo, tradotto in 6 lingue e suddiviso in 4 sezioni, che offre spunti di riflessione e indica la via per porsi in ascolto dell’altro; approfondisce il significato del sacramento della confessione e stimola il confronto su alcune proposte di lectio divina offerte alle parrocchie, ai gruppi, alle associazioni.

Invitiamo tutti coloro che parteciperanno alle "24 ore per il Signore" a condividere la propria esperienza sui nostri canali social e ad inviarci una breve testimonianza e una foto a: info@im.va.

 

 

 

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica Vaticana
Venerdì, 4 marzo 2016

 

«Che io veda di nuovo» (Mc 10,51). È questa la richiesta che oggi vogliamo rivolgere al Signore. Vedere di nuovo, dopo che i nostri peccati ci hanno fatto perdere di vista il bene e ci hanno distolto dalla bellezza della nostra chiamata, facendoci invece errare lontano dalla meta.

Questo brano di Vangelo ha un grande valore simbolico, perché ognuno di noi si trova nella situazione di Bartimeo. La sua cecità lo aveva portato alla povertà e a vivere ai margini della città, dipendendo dagli altri in tutto. Anche il peccato ha questo effetto: ci impoverisce e ci isola. E’ una cecità dello spirito, che impedisce di vedere l’essenziale, di fissare lo sguardo sull’amore che dà la vita; e conduce poco alla volta a soffermarsi su ciò che è superficiale, fino a rendere insensibili agli altri e al bene. Quante tentazioni hanno la forza di annebbiare la vista del cuore e di renderlo miope! Quanto è facile e sbagliato credere che la vita dipenda da quello che si ha, dal successo o dall’ammirazione che si riceve; che l’economia sia fatta solo di profitto e di consumo; che le proprie voglie individuali debbano prevalere sulla responsabilità sociale! Guardando solo al nostro io, diventiamo ciechi, spenti e ripiegati su noi stessi, privi di gioia e privi di libertà. E’ così brutto!

Ma Gesù passa; passa e non va oltre: «si fermò», dice il Vangelo (v. 49). Allora un fremito attraversa il cuore, perché ci si accorge di essere guardati dalla Luce, da quella Luce gentile che ci invita a non rimanere rinchiusi nelle nostre scure cecità. La presenza vicina di Gesù fa sentire che lontani da Lui ci manca qualcosa di importante. Ci fa sentire bisognosi di salvezza, e questo è l’inizio della guarigione del cuore. Poi, quando il desiderio di essere guariti si fa audace, conduce alla preghiera, a gridare con forza e insistenza aiuto, come ha fatto Bartimeo: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (v. 47).

Purtroppo, come quei «molti» del Vangelo, c’è sempre qualcuno che non vuole fermarsi, che non vuole essere disturbato da chi grida il proprio dolore, preferendo far tacere e rimproverare il povero che dà fastidio (cfr v. 48). È la tentazione di andare avanti come se nulla fosse, ma in questo modo si rimane distanti dal Signore e si tengono lontani da Gesù anche gli altri. Riconosciamo di essere tutti mendicanti dell’amore di Dio, e non lasciamoci sfuggire il Signore che passa. «Ho paura del Signore che passa», diceva sant’Agostino. Paura che passi e io lo lasci passare. Diamo voce al nostro desiderio più vero: «[Gesù], che io veda di nuovo!» (v. 51). Questo Giubileo della Misericordia è tempo favorevole per accogliere la presenza di Dio, per sperimentare il suo amore e ritornare a Lui con tutto il cuore. Come Bartimeo, gettiamo via il mantello e alziamoci in piedi (cfr v. 50): buttiamo via, cioè, quello che impedisce di essere spediti nel cammino verso di Lui, senza paura di lasciare ciò che ci dà sicurezza e a cui siamo attaccati; non rimaniamo seduti, rialziamoci, ritroviamo la nostra statura spirituale - in piedi - la dignità di figli amati che stanno davanti al Signore per essere da Lui guardati negli occhi, perdonati e ricreati. E la parola forse che oggi arriva nel nostro cuore, è la stessa della creazione dell’uomo: “Alzati!”. Dio ci ha creati in piedi: “Alzati!”.

Oggi più che mai, soprattutto noi Pastori siamo anche chiamati ad ascoltare il grido, forse nascosto, di quanti desiderano incontrare il Signore. Siamo tenuti a rivedere quei comportamenti che a volte non aiutano gli altri ad avvicinarsi a Gesù; gli orari e i programmi che non incontrano i reali bisogni di quanti si potrebbero accostare al confessionale; le regole umane, se valgono più del desiderio di perdono; le nostre rigidità che potrebbero tenere lontano dalla tenerezza di Dio. Non dobbiamo certo sminuire le esigenze del Vangelo, ma non possiamo rischiare di rendere vano il desiderio del peccatore di riconciliarsi con il Padre, perché il ritorno a casa del figlio è ciò che il Padre attende prima di tutto (cfr Lc 15,20-32).

Le nostre parole siano quelle dei discepoli che, ripetendo le stesse espressioni di Gesù, dicono a Bartimeo: «Coraggio! Alzati, ti chiama» (v. 49). Siamo mandati ad infondere coraggio, a sostenere e condurre a Gesù. Il nostro è il ministero dell’accompagnamento, perché l’incontro con il Signore sia personale, intimo, e il cuore si possa aprire sinceramente e senza timore al Salvatore. Non dimentichiamo: è solo Dio che agisce in ogni persona. Nel Vangelo è Lui che si ferma e chiede del cieco; è Lui a ordinare che glielo portino; è Lui che lo ascolta e lo guarisce. Noi siamo stati scelti – noi pastori – per suscitare il desiderio della conversione, per essere strumenti che facilitano l’incontro, per tendere la mano e assolvere, rendendo visibile e operante la sua misericordia. Che ogni uomo e donna che si accosta al confessionale trovi un padre; trovi un padre che l’aspetta; trovi il Padre che perdona.

La conclusione del racconto evangelico è carica di significato: Bartimeo «subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada» (v. 52). Anche noi, quando ci accostiamo a Gesù, rivediamo la luce per guardare al futuro con fiducia, ritroviamo la forza e il coraggio per metterci in cammino. Infatti «chi crede, vede» (Lett. enc. Lumen fidei, 1) e va avanti con speranza, perché sa che il Signore è presente, sostiene e guida. Seguiamolo, come discepoli fedeli, per fare partecipi quanti incontriamo sul nostro cammino della gioia del suo amore. E dopo l’abbraccio del Padre, il perdono del Padre, facciamo festa nel nostro cuore! Perché Lui fa festa!

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Basilica di San Pietro

Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, Città del Vaticano